Palazzina di Caccia di Stupinigi
Stipo a due ante e scrivania a ribalta
Francesco Bolgié
(1752-1834)
Dati tecnici
N° Inventario | STU0167 |
Oggetto | Stipo Scrittoio |
Autore | Francesco Bolgié |
Materia e Tecnica | legno di pioppo, legno di noce, legno di tiglio, legno intagliato, legno dipinto, bronzo dorato |
Misure | A 313cm - La 117,5cm - P 65,5cm - Lu 0cm - D 0cm |
Provenienza | |
Mostre |
Notizie Storico Critiche
Il monumentale stipo a due battenti e scrittoio a ribalta è uno degli arredi realizzati per la Palazzina di Caccia di Stupinigi dallo scultore torinese Francesco Bolgié e databile all'ultimo decennio del XVIII secolo. All'interno delle ante presenta tre ripiani che dovevano servire come libreria e una serie di cassetti. L'anta a ribalta cela uno scrittoio con leggio. I motivi decorativi sono dedicati alla poesia lirica e il coronamento del timpano è composto da cinque vasi in legno dipinto. Sulle due ante sono raffigurate, all'interno di nicchie, le statue di Apollo e di Erato. Il mobile è descritto nel primo inventario della Palazzina redatto dal Governo Francese nel 1805, quando la Palazzina divenne sede di rappresentanza del Governatore Camillo Borghese, come stipo ornato riccamente e scolpito interamente in legno naturale, collocato nell'attuale Sala delle prospettive (n. 13). La coloritura dell'arredo in bianco e blu e l'interno in color mogano risale al 1811, su richiesta dell'amministrazione francese che si occupava del riallestimento dei palazzi imperiali e aggiornava le sedi secondo il gusto della corte napoleonica. Venne realizzata ad opera dei coloritori e doratori Colli e Niccolini che lavorarono con l'assistenza dello stesso Bolgié, il quale smontò tutti i microintagli, eseguì alcune riparazioni e riapplicò le decorazioni rinforzandole. L'arredo venne a lungo ritenuto capolavoro di Giuseppe Maria Bonzanigo, tanto da dedicare all'intagliatore piemontese il nome della stanza nella quale è conservato dalla metà del Novecento. La struttura dell'opera è eseguita in legno di pioppo e noce, mentre gli intagli di legno di tiglio e noce. I pigmenti utilizzati per la coloritura sono il blu di prussia e l'azzurrite per i blu, la biacca per il bianco e terre per il giallo. I documenti riportano anche la presenza di dorature, non rilevate se non in corrispondenza delle parti metalliche.Bibliografia
S. De Blasi, Le mobilier du Pavillon de chasse de Stupinigi : la recherche d’archives pour la restauration, in Les mémoires de la restauration, Journées d’étude, 15-16 novembre 2018, Musée d’Arts de Nantes, Sous la direction de L. Mailho et A. Gérard, Paris 2020, pp. 56-69.